Andy Warhol – Ladies and Gentlemen

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ANDY WARHOL – LADIES AND GENTLEMEN

andy warhol, Andy Warhol – Ladies and Gentlemen, Rome GuidesNel 2019, il Complesso del Vittoriano ha ospitato una mirabile mostra su Andy Warhol, con oltre 170 opere del fondatore della Pop Art. Si è trattato di una delle mostre di maggior successo dell’anno, con grande affluenza di pubblico, alla quale ha ovviamente partecipato anche l’Associazione Rome Guides, tramite una serie di visite guidate gestite dalla Guida Turistica Vincenzo Spina.

Vincenzo ha deciso quindi di impersonare a modo suo Andy Warhol: armato di parrucca argentea e cravatta psichedelica, Vincenzo ha raccontato le opere in mostra dalla prospettiva del loro ideatore, in una via di mezzo fra una visita guidata ed una performance teatrale.

Andy Warhol ha realizzato celebri ritratti di alcune delle più famose celebrità americane, da Marylyn Monroe ad Elvis, fino Liz Taylor: tutti questi lavori erano esposti alla mostra presso il Vittoriano. Ancor oggi, oprmai terminata la mostra, presso la Galleria Nazionale di Arte Moderna di Roma è esposto Hammer & Sickle, capolavoro iconico di Warhol: il museo è visitabile scegliendo il Tour Musei e Gallerie, e richiedendo specificamente questa visita. Il suo lavoro più corposo, però, è anche quello meno conosciuto, e riguarda una serie di Drag Queen and Trasngender, gran parte delle quali di colore, caratterizzate da totale anonimato, che hanno composto la cosiddetta serie Ladies and Gentlemen.

LA NASCITA DELL’IDEA

Fu Luciano Anselmino, collezionista d’arte italiano, a commissionare la serie nel 1974, per un ammontare di 900.000 dollari per 105 tavole. Si tratta in assoluto del lavoro meglio pagato fra quelli realizzato da Warhol. Fu lo stesso Anselmino a scegliere il titolo della serie, e lo fece con un tono ironico e voyeuristico nei confronti del soggetto, avente come scopo quello di ritrarre in modo impersonale il travestitismo.

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Warhol, in realtà, visse la commissione con esuberante entusiasmo, trasformando questi anonimi individui in veri e propri attori, spesso giocando su pose teatrali ed appariscenti, al fine di portare in superficie tutto il glamour femminile dei soggetti. Warhol decise di prendere come modelle delle drag queen del club newyorkese The Gilded Grape, un soggetto piuttosto forte e di non facile risoluzione per l’epoca. L’artista, nonostante le pose leggere dei protagonisti, rimandava comunque a qualcosa di più impegnativo.

I MODELLI

Lavorando con ossessiva velocità, Warhol scattò più di 500 Polaroid e realizzò 268 tavole, più del doppio di quelle richieste. Ogni “modello” venne pagato appena 50$ (sembra poco, ma molti dei modelli dissero che per 50$ avrebbero fatto anche moto di più…) e, durante la mostra del 1975 a Ferrara, a Palazzo dei Diamanti, egli non incluse nessuno dei loro nomi: solo grazie alla meticolosa ricerca della Andy Warhol Foundation in New York è stato possibile, in qualche caso, attribuire un nome negli anni seguenti.

Fu lo stesso Warhol a dare una definizione della sua serie: “I modelli sono al contempo femminili, forti e bellissimi. La serie riguarda la cultura Drag, che è stata guidata da Afroamericani e Latini, sebbene la storia che ne è venuta fuori è assai più bianca!”. Era una dichiarazione assai forte per l’epoca, in cui il nero rappresentava una minaccia, soprattutto dopo i fatti legati alla volontà di autodeterminazione degli afroamericani: Malcom X, M. L. King e a seguire i Black Panthers Party che capeggiarono la rivoluzione afroamericana del ’66.

WILHELMINA ROSS

In molti casi, è impossibile discernere esattamente il livello di trucco, ma in tutte le opere di Warhol i modelli sembrano molto femminili, senza possibilità di smentita. Warhol li rappresentava esattamente come sempre faceva, ossia non come individui, ma come icone. Se le Polaroid potevano spesso mostrare qualche imperfezione (gioielli di poco conto, vestiti dozzinali, un dente mancante, ecc.), la tecnica di Warhol riusciva nell’impresa di raffigurare solo la teatralità della Drag Queen.

andy warhol, Andy Warhol – Ladies and Gentlemen, Rome Guides“Ogni modello è un individuo specifico, che colpisce per la sua personalità. Essi avevano spesso vite complicate, ma erano estremamente creativi, brillanti, spaventosamente divertenti” scrisse Neil Printz, Presidente della Andy Warhol Foundation. Egli impiegò anni per riuscire, con l’aiuto di vari assistenti, a ricostruire l’identità di questi modelli, a dispetto delle etichette cancellate da Warhol. D’improvviso, nel 1997, ricevette una telefonata. Si trattava di Wilhemina Ross, uno dei modelli, il più rappresentato da Warhol, che scattò 52 Polaroid e ne fece 73 tavole. In ciascuna di esse, si vede la luminosità del volto e della personalità, lo sguardo diretto allo spettatore, l’eleganza delle sue mani.

WARHOL E PASOLINI

Forse, fu proprio Ross ad ispirare Warhol, che dopo aver completato l’opera decise di raffigurare anche se stesso come una Drag Queen. Waandy warhol, Andy Warhol – Ladies and Gentlemen, Rome Guidesrhol, cattolico ed omosessuale, fece un gesto per cercare di superare una soglia che egli stesso ormai faticava a mantenere chiusa, mostrando di abbracciare un lato di sé che ormai non desiderava più tenere celato.

“Fa parte della storia”, scrisse a riguardo Pierpaolo Pasolini, che scrisse un articolo sulla mostra di Ferrara. Per uno scherzo del destino, un mese dopo Pasolini finiva ucciso alla periferia di Ostia da Pino Pelosi, “ragazzo di vita” 17enne. Sebbene non ci sia certezza che Warhol e Pasolini si siano incontrati, è chiaro che quest’ultimo abbia avuto una certa influenza nell’arte di Warhol: nel film Teorema di Pasolini del 1968, un artista urina sui propri dipinti, dieci anni prima che Warhol faccia lo stesso nei suoi famosi Piss Paintings.

Se l’articolo del nostro blog vi fosse piaciuto, potreste decidere di partecipare ad una delle visite guidate organizzate dall’Associazione Culturale Rome Guides. Contattateci per creare l’itinerario perfetto per le vostre richieste. 

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Un pensiero su “Andy Warhol – Ladies and Gentlemen

  1. Anthony De Stefani dice:

    Un programma televisivo mi ha riportato indietro negli anni, quando tra il 77 fino alla sua morte frequentai Luciano Anselmino e vissi l’arte di Andy Wharol Man Ray. Ricordi bellissimi e un po’ di malinconia.

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