Giuseppe De Nittis

Giuseppe De Nittis, Giuseppe De Nittis, Rome Guides

GIUSEPPE DE NITTIS

Una signorina in piedi su una seggiola, desiderosa di guardare la pista scrutandone i partecipanti. Un piccolo gruppo aristocratico attorno ad una stufa a carbone, con tanto di canonico barboncino bianco a fare da curiosa vedetta. Il piccolo binocolo accostato alle pupille lassù in tribuna, per puntare il traguardo in un’uggiosa giornata di pioggia.

Ecco Le corse al Bois de Boulogne, esposta presso la Galleria Nazionale di Arte Moderna a Roma, in cui la Parigi della fine del XIX secolo sfila, con i suoi scorci raffinati e la sua società elegante, negli eleganti colori pastello di Giuseppe de Nittis, italiano di Barletta che, trasferitosi in Francia nel 1867, divenne il più penetrante ritrattista della metropoli francese, rispettando la tradizione secondo cui spesso le migliori descrizioni e rappresentazioni delle città e dei loro abitanti si devono a forestieri trapiantati, il cui occhio registra dettagli, usanze ed atmosfere impercettibili ai nativi.

Giuseppe De Nittis, Giuseppe De Nittis, Rome Guides

Giuseppe De Nittis giunse a Parigi a ventidue anni, via Firenze e Milano. Prima di partire, descrisse le campagne della natìa Puglia in dipinti di stupefacente bellezza e senso formale, che però lasciano trasudare il senso della sua insoddisfazione. Difatti, gli studi all’Accademia di Belle Arti di Napoli lo avevano lasciato profondamente insoddisfatto, specialmente quando gli veniva richiesto di recarsi al museo per copiare vecchi dipinti i cui paesaggi gli apparivano scuri e quasi claustrofobici. I suoi paesaggi pugliesi erano invece ariosi e dilatati, tanto da venire esposti a Firenze suscitando l’ammirazione dei Macchiaioli.

Tutto ciò, però, non gli bastava: il cambiamento di scena che Giuseppe de Nittis aveva in testa, forte della rabbia e della cocente delusione accumulata negli anni, era più grande. Il biglietto che aveva in tasca era per Parigi, ed era un viaggio di sola andata.

Il destino sembrò essere in disaccordo con questa prospettiva: a Milano, infatti, De Nittis venne derubato in albergo di quasi tutto il suo denaro, arrivando nella capitale francese scoraggiato e al verde, senza alcuna conoscenza e senza alcun indirizzo di riferimento. Il fato, però, compensò l’inizio sciagurato iniziando a sorridergli: la sera stessa del suo arrivo, mentre camminava sommerso da pensieri e preoccupazioni, De Nittis si ritrovò sul Boulevard des Italiens, venendo conquistato all’istante dallo spettacolo, dal movimento e dall’illuminazione, arrivando a sentirsi stranamente a casa. Quando poi si sentì apostrofare in italiano da alcuni compatrioti, seduti ad un tavolino del Caffè all’angolo, ebbe la sensazione che il vento avesse iniziato a spirare a suo favore.

Fu in quel momento che Giuseppe de Nittis comprese che sarebbe riuscito a conquistare Parigi: tornando al suo albergo con pieno orientamento, senza doversi fermare a chiedere indicazioni, ritrovando la strada con grande naturalezza, l’artista barlettano si sentì adottato dalla metropoli francese. De Nittis entrò così a far parte di un gruppo di forestieri naturalizzati, fra cui l’italiano Giovanni Boldini, che dipingevano Parigi con i suoi scenari ed i suoi paesaggi, ma lui divenne di gran lunga il più parigino di tutti: scelse difatti di effigiare la città in immagini, né banali né facili, che ebbero il felice dono di essere comprese e apprezzate. I francesi, notoriamente difficili da ammaliare, vi si riconobbero immediatamente, tanto che lo scrittore e critico letterario francese Edmond de Goncourt scrisse “De Nittis crea delle vedute di Parigi, eseguite di getto a pastello, che mi incantano. È l’aria nebbiosa di Parigi, è il grigio del suo selciato, è il profilo indefinito del passante”.

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Furono, e sono ancora oggi, immagini di grande attualità ed assai spesso audaci, per il gusto del plein air, per il piglio fotografico, per certi tagli di composizione insoliti. De Nittis era al contempo apprezzato dagli artisti d’avanguardia e dagli Impressionisti, con i quali espose nel 1874, ma le gelosie non tardarono ad arrivare, rattristando il pittore italiano. Quest’ultimo, però, non si fece incupire da tali atteggiamenti, continuando al contempo a tenere una corposa corrispondenza con gli amici Macchiaioli rimasti in Italia, a stimare profondamente Manet e a sopportare (unico fra i pochi a riuscirci) il terribile carattere di Degas, altro maestro del pastello con la sua Donna al Bagno, opera conservata alla Galleria Nazionale di Arte Moderna proprio nella stessa stanza del già citato Bois de Boulogne.

De Nittis, italiano a Parigi, vinse una medaglia all’Esposizione Universale del 1878, e subito dopo venne persino insignito della Legion d’Onore, a testimonianza di un successo che si tradusse in una florida condizione economica. Nel 1869 sposò la parigina Léontine, figlia di uno scenografo, e la loro casa divenne il salotto favorito della Parigi elegante e intellettuale, come testimoniato dal clamoroso libro degli ospiti, firmato da personalità di primissimo livello come lo stesso De Goncourt, Oscar Wilde, Emile Zola, Alexandre Dumas, Edouard Manet, Edgar Degas, Guy de Maupassant ed un altro centinaio di artisti, letterati e scrittori di cotale altissimo rango.

Giuseppe De Nittis, Giuseppe De Nittis, Rome Guides

Queste serate del sabato da De Nittis sono veramente incantevoli”, scriveva De Goncourt nel 1881. “Quando si entra, si vede nello spiraglio della porta d’ingresso il padrone di casa che vi dice con uno schiocco di lingua da Pierrot, e con una mano che non osa darvi, di essere impegnato a creare in cucina. Lo si ritrova poi in sala da pranzo, in piedi, che gira la grande piattata di maccheroni o di zuppa di pesce. Ci si mette a tavola ed è, in ciascuno, una verve che deriva dalla simpatia intellettuale e dalla comprensione immediata e reciproca. Poi si passa nello studio e con gli occhi rallegrati dalle giapponeserie sui muri e con la sigaretta in bocca, si sente qualche bella musica d’artista”.

Un artista così gioviale e gaudente avrebbe probabilmente meritato una fine migliore. Giuseppe de Nittis muore improvvisamente, appena trentottenne, il 21 agosto 1884 a Saint-Germain-en-Laye, dove si trovava in vacanza. In un attimo, mentre la sua bara viene ricoperta da un’incredibile quantità di fiori, in una cerimonia profondamente toccante, la sua preziosa e raffinata immagine di Parigi svanisce dalla sua mente e resta solo nei suoi quadri.

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Un pensiero su “Giuseppe De Nittis

  1. Giovanni dice:

    Interessantissimo, sono ad un’ora di auto da Barletta e non sono mai stato alla pinacoteca dove vedere le due opere. Qualcosa l’ho visto a Bari. Quest’articolo mi invoglia ad andare a Barletta. Complimenti

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