Ernesto Nathan Gran Maestro Massone

Ernesto Nathan Gran Maestro Massone, Ernesto Nathan Gran Maestro Massone, Rome Guides

ERNESTO NATHAN GRAN MAESTRO MASSONE

Ernesto Nathan è stato, con ogni probabilità, il più noto ed importante sindaco che la città di Roma abbia mai avuto: il suo è stato un nome conosciuto e stimato al di là dei confini romani e italiani, fin negli Stati Uniti.

Una delle caratteristiche di Nathan, ben conosciuta ai più, era che egli fosse un massone. E non un massone qualsiasi, anzi: Nathan fu per due volte Gran Maestro della Massoneria, la stessa degli ideali cavallereschi, alla quale appartennero i più noti patrioti italiani. A dispetto di coloro che vi si affiliavano speranzosi, c’erano anche ovviamente parecchie figure ostili, raccolte il primo luogo fra le file dei clericali ma anche fra i socialisti, convinti della divergenza sostanziale esistente fra gli interessi dei borghesi e quelli del proletariato.

In linea generale, però, i primi anni del XX secolo si caratterizzarono per un periodo in cui larga parte della sinistra si identificava con gli ideali massonici. Nel 1887, quando entrò nella Massoneria, Ernesto Nathan aveva già 42 anni: lo aveva iniziato Adriano Lemmi, che lo fece aderire alla cosiddetta loggia di “Propaganda massonica”, definita come riservata ai notabili del mondo profano.

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La massoneria si batteva all’epoca per ideali di pace, di libertà e di educazione scolastica e popolare: tutte mete con le quali Nathan era in perfetta sintonia, per le quali si era sempre duramente impegnato anche durante il suo percorso all’interno della Pubblica Amministrazione, tra Pesaro e Roma: Ernesto Nathan lavorò infatti a lungo per la “Dante Alighieri” come educatore dopo aver concorso alla sua fondazione e finanziò il periodico La coscienza pubblica in cui ci si occupava della situazione della prostituzione, all’epoca soggetta a micidiale sfruttamento. Proprio sull’argomento, e in vista di una migliore legislazione, scriverà nel 1887 Le diobolarie e lo Stato – Quadro dei costumi regolamentati.

Ernesto Nathan donò inoltre alla città di Pesaro, in pieno accordo con la propria famiglia, la casa materna affinchè il Comune potesse farne una pubblica biblioteca. A Roma, poi, si occupò della Congregazione di Carità, sostenendone la scuola privata fondata dalla madre Sarina e seguendone l’evoluzione e il passaggio da elementare a professionale.

La grande passione di Nathan, il modello a cui ispirarsi, fu sempre Giuseppe Mazzini, del quale insegnò il pensiero e di cui curò la pubblicazione dell’Opera Omnia, arrivando a donare allo Stato, nel 1900, tutti i manoscritti di Mazzini in suo legale possesso.

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Nathan lavorò duramente, spesso a discapito del suo tempo e della sua carriera politica, per promuovere e mettere in pratica gli ideali di perfezionamento morale e civile propagandati dalla Massoneria. Forse fu anche a causa di questo suo interesse che la sua carriera politica, che parve fin da subito indirizzata ad un luminoso avvenire, non andrà oltre la seppur prestigiosa carica di Sindaco di Roma. Il carattere di Nathan, d’altronde, fu sempre caratterizzato da una netta rigidità morale e da grande fermezza d’animo, senza alcuna paura di inimicarsi i potenti. Quando Francesco Crispi, Presidente del Consiglio, iniziò a mettere in atto una dura politica antidemocratica imbarcandosi in perigliose avventure coloniali, Ernesto Nathan, che pure gli era stato amico, prese pubblicamente le distanze.

Le imprese politiche di Nathan furono molteplici e spesso particolarmente efficaci. Investì molto tempo nello studiare un piano che consentisse di evitare l’imposizione di aggravi fiscali sui ceti più deboli, e nel 1892 costituì a tale scopo la Commissione per gli Studi Sociali. Fu proprio Nathan ad insistere per la diffusione dei contratti di mezzadria e per la bonifica dell’Agro Romano, lui che come presidente della Commissione per gli Studi Sociali aveva auspicato la “colonizzazione interna” per contrastare il predominio del clero nelle campagne.

In questa atmosfera, il comportamento politico di Crispi non potè essere accettato da Nathan, che nell’opera Il dovere presente (1895) lo attaccò duramente, sollevando quella che allora venne da più parti denominata “la questione morale”. Proprio in quell’occasione Nathan iniziò a parlare di uno dei suoi argomenti dialettici preferiti, ossia del divario esistente fra paese legale e paese reale, dimostrando in tal modo ed in molteplici occasioni di non essere uomo malleabile e dai troppi compromessi. Paradossalmente, conoscendone le forti ed inflessibili prese di posizione, fu proprio grazie ad una certa moderazione, all’assenza di qualsiasi estremismo politico e ad un certo atteggiamento di riserbo ed attesa che gli venne affidata la carica di Gran Maestro della Massoneria nel 1896: Nathan mantenne tale carica fino al 1903, quando dovette abbandonare il ruolo per gravi motivi di salute.

Ricoprire tale ruolo diede a Nathan l’opportunità di interagire, tramite specifici interventi della Massoneria, con le elezioni amministrative, al fine di combattere la reazione e la corruzione in nome del progresso e della moralità. Tra gli interventi più importanti effettuati a nome della Massoneria ci fu, il 21 aprile 1901, l’inaugurazione di Palazzo Giustiniani come sede ufficiale: le cronache dell’epoca parlarono diffusamente dell’addobbo, fatto con vessilli e corone d’alloro, e del discorso del Gran Maestro dinanzi ad un folto pubblico, in cui Nathan sottolineò l’impegno della Massoneria in favore dell’indipendenza, dell’umanità e della pace universale, che in Nathan diverrà impegno per gli “Stati Uniti d’Europa”.

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Più tardi, nel 1911, Nathan organizzò la celebrazione del 20 settembre con un ampio corteo di labari delle tante Logge italiane, appositamente convenute nella Capitale. In tale occasione, il discorso di Nathan (che seguiva concettualmente quello fortemente anticlericale tenutosi l’anno precedente a Porta Pia) parlò dell’Urbe come di una città “in grado di accogliere nel suo seno le religioni tutte, affinché la religione della morale rivelatrice si mantenga e, dalla face della scienza illuminata, sollevi l’uomo verso il creatore”. Da queste parole risultava evidentissima la distinzione, ben presente nell’animo di Nathan, fra fede religiosa da una parte e chiesa istituzionale e gerarchica dall’altra.

Durante la Commemorazione di Mazzini, che tenne a Genova il 26 marzo 1917, Nathan dichiarò orgogliosamente la propria appartenenza massonica, assieme a Garibaldi e a Saffi, al primo Francesco Crispi e a Giosuè Carducci, a Giuseppe Petroni e a Finocchiaro Aprile, con Fortis, Pisacane, Rosolino Pilo e tanti altri: “se poi la Massoneria spinse con tutte le sue forze al risveglio che lanciò l’Italia alla conquista del diritto nazionale e del diritto umano, ultimo fra i massoni colpevoli, sono orgoglioso di dividere con i fratelli propagandisti la responsabilità”.

Pochi anni prima della morte, il 21 aprile 1918, in una conferenza al Teatro Costanzi di Roma, Ernesto Nathan parlò di nuovo delle forze conservatrici, reazionarie ed antiliberali che avevano operato perché la capitale fosse amministrata “con lo sguardo rivolto indietro e non avanti”. In tali parole si leggeva la delusione dell’uomo e l’interrogativo dell’ormai ex Gran Maestro Massonico: “gli uomini appartenenti alla Massoneria non sarebbero più che ingenui se, nella lotta da intraprendersi contro quella ordita azione segreta, andassero in piazza, a suon di tromba, per proclamare il loro piano di battaglia ed i soldati che vi prenderebbero parte?”.

La battaglia di Nathan è ancor oggi obiettivamente ben presente nelle cronache della storia: fu politico arguto ed innovativo, che segnò pagini indelebili sul piano del solidarismo e dell’educazione, della buona amministrazione locale e del più ampio impegno per la pace, su piano internazionale ed europeo. Paradossalmente, il fatto che fu anche un massone è relativamente marginale.

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Un pensiero su “Ernesto Nathan Gran Maestro Massone

  1. Benedetto Brugia dice:

    Un Uomo da prendere come punto di riferimento sociale, ambientale,culturale e politico !
    Mille miglia lontano dai nostri attuali politici. Ho sempre apprezzato questo Uomo coraggioso ed onesto, infatti alla fondazione di una Camera Alta è il stata dedicata ad Ernesto Nathan.

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